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Cos’è La Realtà Consensuale?
7 min

Cos’è La Realtà Consensuale?

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Sebbene la realtà possa sembrare facilmente comprensibile, la maggior parte della sua percezione proviene dal consenso. Capire cosa intendono le persone quando usano il termine “realtà” può essere molto illuminante. Scopri tutto sulla realtà consensuale e su come le droghe potrebbero influenzare le nostre percezioni di ciò che è veramente “reale”.

La realtà è un luogo misterioso. Viviamo tutti al suo interno, ma non abbiamo idea di cosa sia. E quando assumiamo droghe, possiamo seriamente mettere in dubbio concezioni della realtà fortemente radicate e sollevare molte più domande che risposte.

Il termine “realtà consensuale” è usato in riferimento all’esperienza concordata e lineare che la maggior parte degli esseri umani sembra condividere. Ma, la condividiamo davvero? E quanto è davvero reale questa realtà consensuale?

In questo articolo, esploriamo diversi approcci alla realtà consensuale e guardiamo a ciò che le droghe potrebbero dirci al riguardo.

Cosa significa realtà consensuale?

Cosa significa realtà consensuale?

La realtà consensuale è un termine difficile da definire. In generale, possiamo offrire due possibili definizioni, a seconda della forma di consenso di cui stiamo parlando.

Realtà fisica

In primo luogo, il significato originale del termine si riferisce al mondo com'è in sé. Ciò che esiste realmente, indipendentemente dall’esperienza. La maggior parte di noi presume che esista un mondo oltre la mente, ma accettiamo anche che ogni mente sperimenti quel mondo in modo un po’ diverso dalle altre. Quindi, come decidiamo quali proprietà del mondo esistono realmente e quali sono soggettive e dipendenti dalla mente?

Uno dei modi più ovvi per tentare di farlo è raggiungere un consenso. Su cosa può essere d’accordo la maggior parte delle persone? Siamo d’accordo sul fatto che l’acqua sia un liquido perché tutti sperimentano che l’acqua abbia le proprietà di un liquido ed è scientificamente verificabile come un liquido. Tuttavia, non siamo d’accordo sul fatto che il legno sia un liquido, poiché la maggior parte delle persone lo sperimenta con le proprietà di un solido.

Ora, potremmo cambiare il nostro uso del linguaggio in modo che liquido significhi solido e viceversa, ma certamente non crediamo che questo cambierebbe la natura della realtà (Miller, 2021). Sperimenteremmo ancora che l’acqua e il legno conservano le stesse proprietà che hanno sempre avuto.

Raggiungendo un consenso, possiamo fare inferenze sulla vera natura della realtà in modo indipendente dalla mente.

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Realtà sociale

Più recentemente, è stato proposto un approccio sociologico alla realtà consensuale. Questo presuppone che esistano realtà sociali concordate in cui noi esistiamo, e che attraverso il consenso raggiungiamo “verità” ampiamente comprese dalle persone.

Un esempio potrebbe essere il confronto tra religione e scienza. Qualche centinaio di anni fa in Europa era generalmente accettato che il Dio cristiano avesse creato l’universo e che un codice morale basato su questo Dio fosse una verità universale. Oggi le persone tendono ad avere una visione del mondo più scientifica e molti rifiutano la concezione teistica.

Entrambe possono essere pensate come realtà sociali formate dal consenso o dall’accordo generale. In questi casi, possiamo presumere che nessuna proprietà del mondo-come-è-in-sé cambia quando la società cambia le sue opinioni sul mondo. Tuttavia, la realtà pratica in cui vivono gli esseri umani può cambiare radicalmente.

Quindi, in relazione alla società, la realtà consensuale si riferisce a norme, ideologie, sistemi di credenze e comportamenti concordati (Elder-Vass, 2013). Questi possono cambiare e non si riferiscono necessariamente a nessuna vera realtà. Infatti, le diverse realtà socialmente costruite possono coesistere, sia in tutto il mondo che all’interno di nazioni, città o piccoli gruppi sociali.

Un esempio sono due partiti politici opposti. All’interno di ciascuno di questi gruppi, ci sarà consenso su come gestire al meglio un paese, quali leggi dovrebbero essere in vigore, cosa significa equità e così via. Nessuna di queste realtà è maggiormente “vera” dell’altra.

Cos’è la soggettività?

Cos’è la soggettività?

Si pensa spesso che la realtà si riferisca a qualcosa di oggettivo, nel senso di qualcosa che è vero in sé e non dipende dall’essere visto in un certo modo. In contrasto con questo c’è la soggettività, che indica che la realtà dipende dalla mente che la sperimenta, o meglio, è una mente che sperimenta qualcosa.

Così, per esempio, l’idea che l’acqua sia un liquido è generalmente accettata e si assume che sia una proprietà oggettiva del mondo. Che l’acqua sia una bevanda deliziosa, invece, sarebbe soggettivo. Poiché non esiste un consenso universale (o quasi universale) su quanto sia gustosa l’acqua, la prelibatezza non è considerata una proprietà che appartiene all’acqua, ma piuttosto un’esperienza che qualcuno ha nell’atto di bere acqua.

Viceversa, le persone possono sperimentare che l’acqua è liquida, ma generalmente si presume che la natura liquida dell’acqua appartenga all’acqua stessa, non all’esperienza dei singoli individui.

La realtà del consenso è la realtà oggettiva?

La realtà del consenso è la realtà oggettiva?

Tutto ciò porta alla domanda: la realtà consensuale (definita in senso realista) è il mondo così com’è oggettivamente?

Beh, purtroppo, non c’è consenso su questo!

In generale, trascurando per un momento l’approccio sociologico, ci sono due modi principali per comprendere la realtà consensuale.

L’approccio materialista

I materialisti credono che il mondo sia reale ed immanente. Possono credere che la mente influenzi i modi in cui vediamo il mondo, ma generalmente presumono anche che il mondo fisico così come lo sperimentiamo sia una rappresentazione fedele della vera realtà. Ciò diventa ancora più vero se consideriamo le evidenze provenienti dalle misurazioni scientifiche e dalla matematica.

In poche parole, i materialisti credono che la realtà consensuale sia la realtà oggettiva, in relazione al mondo materiale. Per lo meno, un materialista crederà che la realtà oggettiva potrebbe essere potenzialmente determinata attraverso il consenso scientifico, anche se non crede che sia attualmente già nota.

L’approccio idealista

Al contrario, gli idealisti sostengono che il mondo è un prodotto della mente. Alcuni idealisti diranno che esiste una realtà esterna, oggettiva, ma che non possiamo conoscerla. Altri potrebbero persino negarlo. Questi idealisti sostengono che l’universo (conoscibile) sia puramente un fenomeno mentale (Mellor, 2012). Ai fini di questo articolo, assumeremo che esista un mondo esterno.

L’approccio idealista dice che non possiamo conoscere il mondo-come-è-in-sé. Tutto ciò che possiamo sapere e su cui raggiungere il consenso sono le nostre esperienze al riguardo. Per l’idealista, è probabile che ogni individuo sperimenti la propria specifica realtà. Sebbene questa realtà possa essere simile a quella di altri, sarà profondamente diversa per certi versi.

Per esempio, prendiamo di nuovo l’esempio dell’acqua. Alcune persone amano l’acqua, mentre altri la odiano. Detto questo, come possiamo supporre come sia “realmente” l’acqua? Sebbene potremmo essere in grado di concordare sul fatto che l’acqua sia liquida, non possiamo essere d’accordo su tutte le caratteristiche dell’acqua. Quindi, come possiamo affermare che quando si parla di acqua si intenda la stessa cosa, quando diversi individui ne hanno concezioni distinte?

Questo esempio può sembrare abbastanza debole, ma l’approccio ha conseguenze potenzialmente profonde sulla nostra comprensione della realtà.

Ciò significa che, anche se esiste una realtà esterna ed oggettiva, questa è intrinsecamente inconoscibile per noi. Dato che ognuno di noi vive la propria realtà, come possiamo davvero speculare su come potrebbe essere una realtà oggettiva? Non è nemmeno possibile concepire un mondo che non viene sperimentato, poiché avrebbe ancora colore, suono e tutte le altre proprietà di un mondo che viene sperimentato. Quindi gli idealisti direbbero che ogni persona vive nella propria realtà individuale, anche se questa è in qualche modo formata da una realtà esterna.

Le due visioni possono coesistere?

In una certa misura, è possibile mantenere entrambe queste visioni della realtà. È probabile che la maggior parte delle persone lo faccia spontaneamente. Possiamo presumere di poter speculare sulla vera natura della realtà e di poterla esplorare utilizzando la matematica ed il metodo scientifico, ma riconoscendo anche che ognuno di noi possa avere un’esperienza soggettiva ed individuale di questa realtà.

La differenza principale sta nel fatto che una persona creda o meno che possiamo veramente conoscere una realtà esterna.

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Quali sono le implicazioni sociali?

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Da un punto di vista sociologico, il concetto di realtà consensuale ha grandi implicazioni. Parlando di fatti, questo si riduce ai diritti ed alla moralità.

Uccidere è sbagliato. La disuguaglianza è un male. Le persone dovrebbero essere in grado di amare chi vogliono.

Per molte persone, queste sono convinzioni ferme che formano la loro concezione generale di come dovrebbe essere strutturata la società. Inoltre, le persone presumeranno che queste siano verità assolute, piuttosto che semplici credenze soggettive. Ma è vero? Non sono solo un consenso soggetto a modifiche?

100 anni fa si pensava che la disuguaglianza fosse totalmente giusta. Le persone allora avevano solo oggettivamente torto o vivevano semplicemente in una realtà di consenso diversa? E che dire delle persone che oggi credono diversamente: hanno oggettivamente torto?

Rispondere a queste domande è incredibilmente difficile ed è un compito troppo grande per questo articolo. Tuttavia, vale la pena sottolineare quanto sia davvero potente il consenso sociale. Può provocare rivoluzioni, cambiare intere generazioni ed infine cambiare il mondo. Ma, per la maggior parte di noi, su cosa si basano queste convinzioni, oltre al semplice consenso? E solo perché c’è consenso riguardo ad alcune credenze, che valore ha questo? Dopotutto, il consenso può facilmente cambiare.

Cosa possono dirci le droghe sulla natura della realtà?

Cosa possono dirci le droghe sulla natura della realtà?

Non è un segreto che le droghe psicotrope, in particolare gli psichedelici come funghi magici, cactus mescalina, LSD e DMT, cambino la nostra percezione della realtà. Ma questo fatto cosa può significare?

Assumiamo una droga, alcune sostanze chimiche nel nostro cervello cambiano ed il mondo appare diverso, a volte in modo irriconoscibile. Se il modo in cui percepiamo il mondo è semplicemente una questione di relazioni fra neurotrasmettitori, allora cosa significa questo per la realtà consensuale quotidiana? Dovremmo presumere che la realtà che sperimentiamo quando siamo sobri sia più vera della realtà che sperimentiamo con la droga? Come facciamo a sapere se una delle due realtà che percepiamo corrisponda di più alla realtà esterna rispetto all’altra?

Questo si riduce al dibattito materialismo contro idealismo. Un materialista direbbe che le droghe non cambiano le caratteristiche della vera realtà, e probabilmente affermerebbe che il nostro cervello allo stato sobrio si è evoluto per percepire la realtà in modo abbastanza chiaro. Al contrario, affermerebbero che le realtà che sperimentiamo sotto l’effetto della droga sono lontane dall’unica vera realtà che sperimentiamo da sobri.

Un idealista sosterrebbe invece che entrambe le realtà sono ugualmente vere e false. Poiché tutto ciò che sperimentiamo sono realtà soggettive, allora la verità dell’esperienza risiede nell’esperienza stessa, non nel modo in cui si relaziona con una realtà inconoscibile ed oggettiva.

Quali sono le migliori droghe per cambiare la percezione della realtà?

Tutte le sostanze psicotrope cambiano il nostro senso della realtà in un modo o nell’altro. Tuttavia, alcune sono particolarmente apprezzate per l’intuizione che ci danno sulla natura mutevole della realtà. Molte di queste sono usate in diverse culture da millenni e sono ancora molto amate oggi.

Se desideri uscire dalla realtà consensuale, puoi provare:

La realtà: Cosa esiste davvero?

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La realtà! È proprio davanti ai nostri occhi, alla portata delle nostre orecchie e facile da toccare. Eppure, è in qualche modo totalmente inafferrabile!

Cos’è la realtà? Come la definiamo? Quante realtà ci sono? È tutto nella nostra testa?

Queste sono tutte domande enormi, con tantissime risposte, profonde ed incerte. Sebbene non sia chiaro se la realtà consensuale corrisponda ad una realtà oggettiva, possiamo essere certi che concordare sulla natura del mondo in cui viviamo abbia certamente delle applicazioni pratiche.

Detto questo, è fondamentale capire che le realtà sociali in cui viviamo sono costruzioni e non realtà oggettive. Sapere questo ci dà il potere di distinguerle ed influenzarle. Non riuscire a vederle, significa che potremmo diventarne schiavi.

Max Sargent
Max Sargent
Max scrive da oltre un decennio e negli ultimi anni si è dedicato al giornalismo sulla cannabis e la psichedelia. Scrivendo per aziende come Zamnesia, Royal Queen Seeds, Cannaconnection, Gorilla Seeds, MushMagic ed altre, ha acquisito ampia esperienza in questo settore.
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