Intorno a noi circolano i più diversi agenti contaminanti, che possono essere suddivisi in tre gruppi: batteri, muffe (funghi) e parassiti. Diamo un'occhiata più da vicino alle specie più comuni.
La coltivazione domestica di funghi allucinogeni può essere più complessa del previsto. Non richiederà forse una laurea in fisica quantistica, ma per mantenere costantemente sterile una coltura di funghi magici bisogna procedere con estrema attenzione e cautela. Tutte le colture di funghi allucinogeni sono vulnerabili agli agenti contaminanti, in ogni loro singola fase di sviluppo (spore, micelio e funghi).
Per offrire le migliori condizioni ambientali ai funghi magici bisogna sterilizzare adeguatamente il substrato e filtrare l'aria, evitando batteri, muffe e parassiti. Tuttavia, questi metodi non sono infallibili e le condizioni ambientali ottimali sono difficili da mantenere durante tutto il ciclo di crescita dei funghi.
La contaminazione è una diffusione indesiderata di agenti patogeni nel substrato o sul micelio dei funghi. Si tratta principalmente di agenti contaminanti che si sviluppano e si diffondono in aria, suolo ed acqua e che, se non trattati adeguatamente, possono causare gravi problemi.
La contaminazione delle spore può danneggiare irrimediabilmente un'intera coltura, mentre una contaminazione durante la fase di fruttificazione può richiedere l'immediata rimozione degli esemplari contagiati.
Le contaminazioni possono diffondersi molto rapidamente. È quindi consigliabile sbarazzarsi delle colture contaminate ed allontanarle da quelle sane. La buona notizia è che una contaminazione può essere facilmente identificata. Se il micelio delle vostre colture dovesse iniziare a sviluppare colorazioni diverse dal bianco, preparatevi ad affrontare una contaminazione.
Ma non saltate subito a conclusioni affrettate, in quanto esistono due eccezioni. La prima è il colore blu, che indica semplicemente una ecchimosi del micelio; la seconda è il colore giallo, che indica un micelio ormai adulto con una maggiore difesa contro i batteri.
Gli agenti contaminanti tendono a diffondersi molto rapidamente in un substrato sterilizzato, in quanto viene a mancare la concorrenza presente in un ambiente naturale.
Quando i funghi crescono allo stato selvatico, il complesso rapporto tra le colonie di batteri, muffe e tutti gli altri microrganismi mantiene l'equilibrio ecologico in cui i funghi possono crescere liberamente. In natura, infatti, gli agenti patogeni vengono contrastati ed ostacolati dai loro stessi antagonisti. Intorno a noi circolano i più diversi agenti contaminanti, che possono essere suddivisi in tre gruppi: batteri, muffe (funghi) e parassiti.
I batteri sono microrganismi unicellulari dalla riproduzione estremamente accelerata. Possono essere trattati adottando tecniche di pastorizzazione e sterilizzazione del substrato. La muffa è un fungo che assume la forma di lunghi filamenti chiamati ife e può essere controllata con sale, bicarbonato di sodio, alcool, cannella, ecc.
E per ultimi, ma non meno importanti, troviamo i parassiti ed i piccoli insetti che si alimentano delle colture e trasmettono malattie. I parassiti possono essere controllati mantenendo la massima igiene ed isolando l'area di coltivazione.
Scoprire che la propria coltura di funghi magici è contaminata può essere straziante. Per questo è essenziale imparare come identificare i primi segni ed agire di conseguenza. Solo perché una coltura o una camera di fruttificazione sono rimaste vittime di una contaminazione non significa che l’intera operazione sia stata compromessa.
L’alterazione dei colori è uno dei segni più evidenti di contaminazione. Molte famiglie di muffe invasive mostrano colori accesi e distintivi. Se osservate macchie verdi, blu, grigie o nere sulla superficie o all'interno della camera di fruttificazione, quasi sicuramente la vostra coltura è contaminata. Tuttavia, tenete presente che le piccole macchie blu nel micelio potrebbero essere solo dei lividi e non muffa. Soprattutto dove la segale preme il micelio contro le pareti del contenitore di coltivazione, potreste vedere qualche macchia bluastra.
Ma le specie fungine invasive non sono le uniche a trovare nel vostro substrato di coltura il loro habitat ideale. Anche i batteri possono aggregarsi alla festa. La presenza di batteri si osserva soprattutto quando si forma uno strato melmoso sulla superficie del substrato. Se vedete macchie viscose sui chicchi di segale o sul micelio probabilmente vi è un eccesso d’umidità e, di conseguenza, potrebbe esserci una contaminazione batterica. Potrebbero emergere anche macchie marroni e gialle, con una consistenza crostosa o gelatinosa.
Una coltura di funghi sani e forti attraversa la segale, o qualsiasi altro substrato, in modo ragionevolmente uniforme. Le ife tendono a svilupparsi in tutte le direzioni, ma alla fine convergono per consolidarsi nel substrato di crescita. Se notate alcune zone morte in cui le ife si rifiutano di fondersi, allora potreste avere a che fare con una contaminazione di un’altra specie fungina.
Sfortunatamente, alcuni funghi invasivi non sono così facili da individuare. Il loro colore e il loro aspetto li fanno fondere con il micelio coltivato. Tuttavia, esaminando con più attenzione, potrete distinguere le loro differenze. Gli sporofori rientrano tra questi intrusi. Verificate la loro presenza usando un microscopio. Assumono una struttura simile a piccoli e lunghi capelli, con una “bolla” all’estremità.
Anche una superficie polverosa può essere segno di contaminazione. Se notate una sostanza simile alla polvere sopra il micelio vuol dire che c’è un’invasione. Questa può essere osservata solo con una lente d’ingrandimento.
Adesso che vi siete accorti della contaminazione, come bisogna procedere?
Le camere di fruttificazione contaminate sono quasi sempre una causa persa. Aprirle per rimuovere la parte infetta mette solo a rischio la sopravvivenza della coltura e le superfici del laboratorio. Tuttavia, in alcuni casi è possibile salvare le colture di funghi una volta contaminate. Continuate a leggere per saperne di più sui diversi tipi di contaminazione e sulle potenziali soluzioni.
Ora che abbiamo visto i diversi tipi di agenti contaminanti potenzialmente pericolosi per le colture di funghi allucinogeni e le migliori strategie per identificarli, ci occuperemo nel dettaglio di quelli più comuni.
Nei contenitori con segale o altri cereali colonizzati da micelio possono essere presenti bacilli in grado di sopravvivere alla sterilizzazione, grazie alla loro capacità di trasformarsi in endospore resistenti al calore. Quando un substrato è contaminato da bacillo, si intravede una melma grigio opaca dagli odori realmente sgradevoli.
I grani dei cereali sembrano zuppi d'acqua, da qui il nome "porzioni bagnate di substrato". Se volete eliminare efficacemente le endospore dal vostro substrato, lasciate il contenitore a contatto con l'aria circostante a temperatura ambiente ed aspettate circa 24 ore. In questo modo stimolerete le endospore a germinare, rendendole vulnerabili ai processi di sterilizzazione.
Se in corrispondenza o in prossimità dei bordi delle cappelle dei vostri funghi doveste notare piccole lesioni con sfumature giallo-marroni, quasi sicuramente avete a che fare con una macchia batterica. I batteri si diffondono attraverso le particelle di substrato in sospensione nell'aria.
Ciò viene ulteriormente favorito quando i funghi mantengono un'umidità eccessiva per 4, 6 o più ore dall'ultima irrigazione. In questi casi, bisogna abbassare l'umidità e somministrare una soluzione di cloro 150ppm.
Quando substrato e funghi vengono ricoperti da un micelio cotonoso e biancastro, con un aspetto particolarmente soffice, la coltura è stata quasi sicuramente contaminata dalla muffa Dactylium, anche conosciuta come muffa bianca o mal della tela.
Il suo colore tende ad essere leggermente più scuro rispetto al micelio dei funghi, una piccola differenza cromatica che potrebbe passare inosservata dai coltivatori principianti. Un altro segno per identificare questa specie di muffa è la velocità con cui cresce, formando grandi ragnatele in appena uno o due giorni, evidenziando piccole zone circolari contaminate.
L'alta umidità favorisce questo agente contaminante. Per evitare che si diffonda ulteriormente, cercate di ridurre il tasso d'umidità o di aumentare la circolazione dell'aria.
Questo tipo di muffa è provocata dal fungo Trichoderma harzianum. Si distingue dalle altre muffe bianche per il colore verdastro delle sue spore, che possono causare il marciume acido e diffondersi molto velocemente.
Attualmente, la muffa verde è la malattia più diffusa nel settore statunitense dei funghi allucinogeni Agaricus. Scarsa igiene, presenza di mosche, anaerobiosi e molti altri fattori possono facilitare la diffusione della muffa verde. È quindi necessaria una rigorosa igiene e l'uso di disinfettanti fitosanitari per sterilizzare le superfici di coltura.
Anche conosciuta come Neurospora, questa muffa cresce molto velocemente e si trova facilmente in agar e cereali. In natura si può trovare ovunque, ma nelle colture di funghi allucinogeni tende a diffondersi rapidamente, soprattutto sui dischi dei filtri e vicino alle uscite d'aria, e risulta particolarmente difficile da eliminare. Le colture contaminate da questa muffa devono essere subito eliminate, per ripulire e sterilizzare adeguatamente tutto il laboratorio di coltivazione.
Questi funghi sono molto comuni nelle colture con cereali e agar, ma si trovano in quasi tutti i substrati organici. Anche chiamata Aspergillus, questa muffa predilige un pH quasi neutro o leggermente alcalino. Appartiene ad una grande famiglia composta da specie con colori diversi.
Alcune sono nere, altre gialle. Alcune sono tossiche, altre innocue. Quelle tossiche sviluppano aflatossine mortali, per cui fate molta attenzione a maneggiarle.
Si tratta di una malattia provocata dal Verticillium, un particolare fungo che produce spore appiccicose. I sintomi della malattia variano a seconda della fase di sviluppo. Le infezioni precoci tendono a deformare leggermente le cappelle dei funghi, mentre quelle più avanzate possono storcere il fungo intero, inclinando la cappella.
Essendo particolarmente appiccicose, le spore si diffondono attraverso le particelle di polvere. Fate quindi molta attenzione a non sollevare e muovere il substrato intorno ai funghi. Per controllare le mosche che potrebbero entrare nei contenitori dei funghi, riponete piccole strisce di carta velina con sale nelle immediate vicinanze.
Si tratta di minuscoli insetti volanti particolarmente attratti dalle colture dei funghi. Si nutrono di micelio e le larve scavano lunghi tunnel all'interno dei funghi. I tessuti danneggiati da questi moscerini sono spesso infestati da numerose colonie di batteri, che possono facilmente degenerare nel marciume acido.
Gli adulti sono lunghi 0,3cm, di color grigio-nero, con ali trasparenti e poche nervature. Per controllare questi agenti contaminanti dovete mantenere la massima igiene generale.
Questi piccoli artropodi si trovano comunemente in paglia e letame. La maggior parte delle specie di acaro sono benefiche per la crescita dei funghi, in quanto si nutrono di vermi ed altri acari potenzialmente pericolosi, contribuendo alla frammentazione e miscelazione dei substrati organici.
Tuttavia, alcune specie sono ghiotte del micelio dei funghi, come le larve dei moscerini, e possono provocare danni e scolorimenti superficiali. Per controllare questi agenti contaminanti bisogna mantenere la massima igiene generale.
Ecco gli agenti contaminanti più comuni che potreste ritrovare nelle vostre colture di funghi allucinogeni. Se c'è una cosa che avrete sicuramente imparato leggendo quest'articolo è che bisogna sempre mantenere pulito l'ambiente di coltivazione ed adottare le opportune misure di prevenzione.
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